domenica 28 febbraio 2010

La fucina dei sogni


Illuminami notte dai percorsi perversi nettare fu l'essenza del dirupo che non vidi. Finsi d'amare il vuoto quando cadendo conobbi il dolore
.
(La fucina dei sogni)



Lo spasmo d'improvviso m'assalì al crepuscolo dei sogni le intemperanze della mente s'arresero all'opulenza delle apparizioni notturne la morte aveva cinto la superbia rendendola figlia dell'abbandono.
(La fucina dei sogni)



Nel passato tante, troppe sono state le elucubrazioni rovesciatemi a fiotti sui miei primi passi d'iniziazione e poi con secchi stracolmi appena la Conoscenza inondò l'Interiorità. Adesso amo anche le indulgenze del male inatteso ma mai il pensiero perverso di chi ascolta e non s'immedesima. (La fucina dei sogni)





L'amore mi consentì di scrivere sulle adorate labbra un intero romanzo sull'umana acerbità trattenendo le lacrime e respingendo le carezze di svogliati sentimenti quando essi sbudellarono il silenzio diventato ipertrofico quasi da esplodere. (La fucina dei sogni)




Sono ormai un uomo senza tempo che cerca l'amica che lo accolga nell'ansimante intreccio d'amore tra le carni di melassa nella feconda vagina in modo da dimenticare le insolubili chiacchiere contemporanee e le parole imbrattate di pietà. (La fucina dei sogni)




Come potrei nell'attimo intenso dell'amore non disporre di affannati struggimenti che si spogliano incuranti di essere destinati al sacrificio di guardare senza vergogna la realtà delle mani sul mio volto non morente, ma vivo, saziante nel confronto con la vita sottratta della parte migliore, adesso pietra d'angolo di scarto ma incipiente amore appena giunto? (Giuseppe Giunta, La fucina dei sogni... continua )






Sono vuote queste sensazioni,

son troppo umane per essere mistiche,

il volgare sapere custodisce l'inerzia,

non serve reagire badando soltanto

alle cadenze del cervello,

non serve avvalersi del raziocinio

quando il cuore, pulsante e vivo,

insegue la verità...

(La fucina dei sogni... continua)










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